Locke e l'indagine critica delle facoltà conoscitive
(Pag. 298 - 306)
RAGIONE ED ESPERIENZA
John Locke è il padre dell'empirismo moderno, e all'interno della sua opera principale, il "Saggio sull'intelletto umano", la ragione non è più ritenuta assoluta e infallibile, come con Cartesio, bensì viene ricondotta all'esperienza perché condizionata dalla realtà. Di conseguenza, esaminare l'origine, la certezza e l'estensione della conoscenza umana consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze dell'uomo, in modo tale da superare lo scetticismo e acquistare la consapevolezza di poter ottenere un livello di conoscenza non assoluto, ma sufficiente a guidare nel modo migliore le proprie azioni.
L'ORIGINE DELLA CONOSCENZA
Dipinto "Figura femminile (Sibyl)" di Diego Velázquez, 1599 - 1600 |
- idee di sensazione, che derivano dagli oggetti esterni attraverso i cinque sensi per le operazioni che riguardano la mente (es. il bianco);
- idee di riflessione, che provengono invece dall'esperienza interna, la quale include anche gli stati d'animo e le passioni (es. il dubbio, la percezione, l'amore).
Un tema centrale nella filosofia di Locke è inoltre quello dell'educazione: egli considera sensazione e riflessione come le uniche fonti della nostra conoscenza, cosa che spiega perché i bambini acquistino in modo graduale le cognizioni, che divengono via via più strutturate a seconda delle esperienze che essi fanno.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE
Locke classifica le idee in due categorie, che costituiscono il punto di partenza del processo conoscitivo: le idee semplici derivano dalle esperienze elementari della sensazione o della riflessione, non possono essere scomposte in idee più complesse e comprendono le idee di qualità primarie oggettive (es. il movimento) e di qualità secondarie soggettive (es. suoni e sapori). La mente riceve passivamente le idee semplice, successivamente può immaginarle tramite la memoria, riprodurle ed infine combinarle per elaborare le idee complesse: l'intelletto non può pertanto creare nuove idee semplici.
IL VALORE DI VERITÁ DELLE IDEE
L'intelletto non conosce le cose in maniera diretta, ma solo tramite le idee. Secondo Locke, le idee anzitutto semplici non possono ingannarci sotto forma di sogni e visioni immaginarie, perché la mente le riceve passivamente, mentre per le idee complesse l'errore è possibile poiché sono direttamente create dalla mente, come ad esempio le idee fantastiche.
Le idee sono ordinate in:
- idee di modi: sono idee complesse che non possiedono un'esistenza autonoma, ma che devono riferirsi alla loro manifestazione, es. la gratitudine di un uomo attraverso un comportamento benevolo nei confronti del benefattore, la bellezza (che implica una cosa e un osservatore) o il furto.
- Idee di sostanze: sono idee complesse riferite a entità particolari considerate distinte e sussistenti per se stesse, e che possono ingannare poiché la sostanza è un qualche cosa al di là delle nostre possibilità conoscitive, denominata "sostanza inconoscibile". Le sostanze corporee sono il risultato della somma delle idee semplici di sensazione, mentre per sostanze spirituali tendiamo ad attribuire le nostre attività interiori (es. pensare) a un sostrato (substrato) che erroneamente chiamiamo "spirito".
- Idee di relazioni: nascono dal confronto di un'idea con un'altra (es. padre e figlio). Esempi sono l'idea di causa ed effetto (es. calore - scioglimento cera) oppure l'idea di identità (A = A), con cui un'immagine è percepita come la propria (es. riflesso specchio).
LE DUE CERTEZZE DELL'UOMO
Le uniche certezze non sensibili sono quelle del nostro io, che è intuitiva perché non richiede la costruzione di un ragionamento, e di Dio, che è invece dimostrativa, ossia ci è data da un insieme di intuizioni che collegano diversi concetti (es. l'origine di tutti gli esseri con un creatore, poiché dal nulla non può derivare nulla).
IL TEMA DELLA PROBABILITÁ
Locke afferma in aggiunta che abbiamo una conoscenza affidabile e sufficiente per orientarci nel mondo esterno, ma non assoluta (es. universo). In assenza della certezza assoluta, l'uomo può affidarsi alla probabilità, vale a dire alle sensazioni, all'intuizione dell'io e alla dimostrazione di Dio.
La ragione è governata (controllata) dall'esperienza ed è l'unico strumento di cui disponiamo per orientarci ne mondo, nonostante la confusione delle idee che può generare, es. utilizzando un linguaggio inadeguato.
IL CONVENZIONALISMO LINGUISTICO
Il terzo libro del "Saggio sull'intelletto umano" è dedicato interamente al problema del linguaggio, considerando che per il filosofo le parole sono associate per convenzione alle idee allo scopo di rappresentarle, cosa che definisce "convenzionalismo linguistico". I 3 obiettivi del linguaggio sono dunque:
- rendere noti agli altri i propri pensieri o idee;
- farlo nel modo più facile e rapido possibile;
- comunicare la conoscenza delle cose.
Il linguaggio è mal utilizzato quando le persone utilizzano parole senza riferimento a un'idea (significato), quando applicano alle parole un significato "privato" che solo loro intendono oppure quando la applicano in modo equivoco, ossia quando vi attribuiscono significati sempre diversi. In conclusione, fare chiarezza sul linguaggio significa per Locke ragionamenti precisi e una conoscenza comunicazione della realtà di essa più sicura.
Riassunto:
Locke:
- afferma che le idee non sono innate ma derivano dall'esperienza, in particolare dall'esperienza esterna provengono le idee di sensazione e dall'esperienza interna le idee di riflessione 🡺 infatti la mente umana è priva di contenuti (un foglio bianco) e acquisisce gradualmente conoscenza con il progredire delle esperienze
- distingue tra idee semplici di sensazione e di riflessione), che derivano dalle esperienze elementari e sono dotate di certezza, e idee complesse, che provengono dall'elaborazione delle idee semplici e si distinguono in:
- idee di modi: non sussistono di per sé ma sempre in relazione a una sostanza;
- idee di sostanze: sono riferite a qualcosa di esistente in sé che funge da sostrato;
- idee di relazioni: derivano dal rapporto istituito tra idee semplici.
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