La filosofia della natura di Giordano Bruno

(Pag. 22 - 26)

Giordano Bruno in una stampa d'epoca

LA VISONE DEL COSMO

Giordano Bruno fu artefice del concetto di "infinito" e che l'universo stesso è uno spazio infinito, opponendosi pertanto all'autorità aristotelica e alle tesi neoplatoniche. L'universo ha tale caratteristica poiché ha una causa e l'idea per cui Dio sia la mens super omnia ("mente al di sopra di tutto"), cioè un principio primo infinito, e la mens insita omnibus ("mente insita in tutte le cose"), ossia un principio immanente nel mondo. Secondo tale visione panteista, Dio coincide con la natura: non è quindi un'entità separata, bensì è anima del cosmo, e di conseguenza forma e materia sono aspetti di un'unica sostanza universale e infinita.
L'uomo può conoscere Dio esclusivamente come mens insita omnibus, perché è partecipe dell'ordine dell'universo e può impadronirsi delle sue leggi e conquistarne i segreti.

LA DISSOLUZIONE DELLA COSMOLOGIA ARISTOTELICA

Se per Aristotele l'infinità dell'universo era inconcepibile in via della sua visione geocentrica, per Bruno è infinitocontiene inoltre, al suo interno, infiniti mondi. Dal momento che tutto è centro e periferia al contempo, l'essere è "totalmente ripieno di sé stesso" e il cosmo non può dunque essere delimitato da nulla. Ne consegue che la Terra e l'uomo non occupino più la tradizionale posizione centrale del creato: ciononostante Bruno sostiene che non esista né "alto" né "basso", cosa che valorizza tutti gli enti contenuti nel cosmo e conferisce loro pari dignità in quanto appartenenti alla medesima sostanza. Ciò esalta la ragione umana perché dotata di un'illimitata potenza divina.

L'ESALTAZIONE DELLA TECNICA E DELLO SPIRITO D'INIZIATIVA DELL'UOMO

L'uomo è partecipe del processo creativo di Dio. All'interno dell'opera "Lo spaccio della bestia trionfante", Bruno afferma che egli abbia la capacità di contemplare e trasformare il mondo grazie all'intelletto e alle mani, ovvero strumenti che lo distinguono dagli animali e gli consentono di modificare la materia per i propri scopi e progetti. Il lavoro manuale ha favorito perciò il passaggio dell'uomo da condizione bestiale a divina, mentre capacità pratica e intellettiva sono complementari al fine della comprensione e trasformazione delle cose per il progresso tecnico e scientifico

IL DESIDERIO DI CONOSCENZA E L'UNIONE CON LA NATURA


All'interno dell'opera intitolata "Degli eroici furori", Giordano Bruno immagina che l'uomo si innalzi all'amore totale della natura perché insoddisfatto dall'amore carnale e per via dell'ardente desiderio di conoscenza, che denomina "ardente furore", sfuggendo invece ai "bassi furori", ovverosia ai desideri bassi e volgari. L'essere umano giunge a identificarsi con il processo cosmico
In conclusione, la natura non è soltanto vertice della conoscenza e dell'amore umano, ma anche un impulso vitale che porta l'uomo a proseguire l'opera creatrice, oltre a contemplarla, e ad identificarsi nel processo cosmico stesso.

Riassunto:
  • afferma che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi 🡺 Dio è il principio infinito da cui non può discendere che un effetto infinito
  • sostiene che Dio è immanente nella natura 🡺 costituisce l'anima del cosmo che informa e plasma la materia 🡺 come tale è conoscibile all'uomo
  • esalta la tecnica e lo spirito d'iniziativa dell'uomo 🡺 l'uomo è superiore agli animali perché possiede l'intelletto e le mani 🡺 gli strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vita del progresso tecnico e scientifico
  • indica la natura come il vertice della conoscenza 🡺 essa è oggetto dell'ardore conoscitivo dell'uomo ("eroico furore") 🡺 riesce a sottrarsi ai desideri bassi e volgari + scopre di essere egli stesso natura (mito di Atteone)



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