Project work: La convivenza


Il concetto di convivenza è oramai divenuto tematica ampiamente discussa, nonché alquanto attuale poiché risultato di una molteplicità di fenomeni avuti luogo nel decorso dei decenni sino ai giorni d’oggi: si pensi ad esempio alle migrazioni di numerose popolazioni da un’area geografica a un’altra in conseguenza a catastrofi naturali, guerre, epidemie o ragioni economiche spesso anche correlate alle possibilità lavorative. Allo stesso modo è possibile citare esempi maggiormente specifici e posti in relazione con il nostro Paese d’appartenenza, l’Italia, quali le minoranze presenti nella regione autonoma Friuli-Venezia Giulia oppure in Alto Adige. Quest’ultimo è caratterizzato dalla coesistenza della lingua italiana e tedesca in via delle opzioni che ebbero luogo dal 1939 al 1943, in particolar modo nella provincia Bolzano. Oggiono esse sono quotidianamente riconoscibili, seppur la mescolanza delle diverse lingue abbia contribuito all’opportunità di identificarsi in un’unificazione di entrambe. Per esplicare tale idea, occorre sottolineare che in realtà non vige una netta distinzione tra persone di lingua italiana e persone di lingua tedesca, e difatti, oltre alle famiglie monolingue, è oltretutto nato il bi o trilinguismo.

PROJECT WORK


Grazie all’incontro con l’esperta Sabina Langer, nipote del politico e giornalista Alexander Langer, occupatosi per diversi anni precisamente della convivenza inter-etnica, è stato effettuato un confronto tra vantaggi e svantaggi dell’essere mono, bi o trilingue a Bolzano, riassunto nella seguente tabella:

Lingua/e

Vantaggi

Svantaggi

Monolingue

È possibile limitare la comprensione di quanto comunicato meramente a una determinata categoria di persone e quindi escludere altri individui.

ES.: Parlare in lingua tedesca al fine di comunicare qualche cosa solamente a un gruppo di persone parlanti la medesima lingua, portando al di fuori di esso coloro che sono di madrelingua italiana.

Tale “selezione” potrebbe tuttavia costituire una mancanza di rispetto per i trascurati, il che potrebbe essere pertanto causa di scissione e in aggiunta di fraintendimenti dati dalle difficoltà d’intendimento.

ES.: Un professore italiano potrebbe sentirsi non adeguatamente rispettato, e persino deriso, nel caso in cui, dinanzi a lui stesso, i suoi studenti parlassero in lingua tedesca.

Bi o trilingue

La comunicazione si estende a una maggioranza di gruppi linguistici.

ES.: Un individuo trilingue in grado di parlare italiano, inglese e arabo avrà la capacità di conversare anche con persone monolingue.

Le proprietà linguistiche potrebbero non essere propriamente corrette e complete.

ES.: La mescolanza tra diverse culture e lingue potrebbe generare disordini dati dall’eventuale introduzione di dialetti e la deformazione o l’utilizzo scorretto di alcune parole.

RIFLESSIONE PERSONALE

Ciò che ho personalmente trovato assai interessante è stata la lettura in classe delle dieci argomentazioni di Alexander Langer all’interno del suo cosiddetto “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica”, in quanto concordo particolarmente sul fatto che quest’ultima sia effettivamente possibile, ma attuabile esclusivamente per mezzo di un cambiamento prospettico volto a vivere tale situazione, pressoché divenuta naturale per noi giovani, sotto forma di opportunità positiva di esperienza dell’altra cultura e arricchimento personale anziché generica “condanna”. In considerazione di tale analisi, sono di conseguenza giunta alla conclusione che la questione abbia ad ogni modo ancora degli interrogativi aperti su cui avrei piacere discutere assieme alla classe o preparare per la conferenza prevista per il giorno 2 dicembre, tra cui il seguente:

Per quale ragione non si attua il bilinguismo in tutte le scuole di Bolzano, a partire da quella dell’infanzia, alle superiori e persino giungendo alle università?

Sono difatti dell’avviso che promuovere il bilinguismo (e trilinguismo in riferimento a un apprendimento più approfondito della lingua inglese) sia di estrema e soprattutto crescente importanza nella società odierna, ampliando le capacità comunicative e di comprensione, la conoscenza di culture diverse e le opportunità lavorative non solo a Bolzano, bensì anche in tutta Italia e nei Paesi esteri. Introdurrei, inoltre, un maggiore incoraggiamento alla partecipazione a certificazioni linguistiche valide sul piano europeo e globale, accompagnato naturalmente a una preparazione anche in classe per evitare l’accumularsi di corsi extrascolastici per studenti ed insegnanti.

Per tale ragione sono interessata a verificare se sia anzitutto possibile abolire in tal modo le scuole monolingue (evitando quindi distinzioni per quanto concerne una lingua principalmente parlata, le diverse modalità di insegnamento e le nozioni apprese) e ad individuare i possibili aspetti positivi e negativi che tale processo potrebbe comportare.


"Tentativo di decalogo per la convivenza"
di Alexander Langer,
31/12/1994




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