Cartesio: Dal dubbio metodico all'intuizione del cogito
(Pag. 108 - 114)
L'IMPORTANZA DELLA RAGIONE
Ritratto di René Descartes di Frans Hals, 1649 |
La ricerca della verità
(scena tratta dal film "Matrix")
IL PROBLEMA DEL METODO
Il filosofo esprime il concetto di metodo come <<regole certe e facili, grazie alle quali chiunque le avrà rispettate in modo esatto non assumerà non assumerà mai il falso come vero e, senza stancare la mente con sforzi inutili, ma sempre aumentando per gradi il sapere, perverrà alla vera cognizione di tutte le cose di cui è capace>>.
L'aritmetica e la geometria presentano un ottimo metodo grazie a un chiaro oggetto di studio e l'ammissione di sole rigorose dimostrazioni: esso prende coscienza del procedimento matematico, lo generalizza per renderlo disponibile alle altre discipline e gli offre un solido fondamento.
Nel "Discorso sul metodo", Cartesio presenta le regole del metodo come il frutto di tutta la sua vita, da studente a filosofo.
LE QUATTRO REGOLE DEL METODO CARTESIANO
Le quattro regole da seguire per intraprendere la ricerca della verità sono, secondo Cartesio:
1. La regola dell'evidenza
= accogliere come vero soltanto ciò che è evidentemente tale. Chiarezza e distinzione sono i contrassegni della verità: i conseguenza un'idea è chiara quando si impone con tale forza che non possiamo non esserne consapevoli (es. mal di denti), mentre è distinta quando è separata da ogni altra e definita in sé stessa.
Cartesio condanna quindi la tendenza spontanea degli uomini di dare giudizi affrettati, pregiudizi che ostacolano la verità, e la fiducia cieca in ogni credenza e principio di autorità con l'accettazione di dottrine non verificate.
2. La regola dell'analisi
= dividere ogni problema nelle sue parti elementari, risolte individualmente per facilitare la soluzione.
3. La regola della sintesi
= passare dagli oggetti più semplici a quelli più complessi con gradi successivi, presupponendo che tutte le verità derivino e siano legate le une dalle altre secondo un ordine deduttivo - matematico.
4. La regola dell'enumerazione
= attuare enumerazioni complete e revisioni generali al fine di non omettere elementi importanti per la seconda regola e di rapporti di interdipendenza tra le conoscenza per la terza regola.
DUBBIO METODICO E DUBBIO IPERBOLICO
Nella "Prima Meditazione" delle "Meditazioni metafisiche", il dubbio cartesiano è denominato "metodico", poiché deve rispettare un procedimento per valutare l'evidenza delle cose. Successivamente, Cartesio estende il dubbio all'intera realtà, a partire dal non dare fiducia a quella sensibile, poiché i sensi talvolta ingannano. Le conoscenze che tuttavia si devono considerare vere da svegli e in sogno sono l'aritmetica e la geometria, ma anche di esse è possibile dubitare, per esempio sostenendo che siano state create da un genio maligno anziché da un Dio buono. Supponendo che tutte le cose siano false e ingannevoli, il dubbio raggiunge la sua estensione più vasta e diventa universale, iperbolico.
IL COGITO
Cogito, ergo sum
La "Seconda Meditazione" studia la ricerca dl filosofo di un fondamento solido e sicuro per la conoscenza. Ammettendo di dubitare di tutto, di ingannarsi e di essere ingannato, e cioè anche nel dubbio radicale e universale, vi è una verità indiscutibile, cioè il fatto che per ingannarsi o essere ingannato si deve esistere. Io penso, dunque io esisto.
Citazione "I think, therefore I am"
(Scena tratta dal film "Matrix")
LE CRITICHE AL COGITO
I contemporanei di Cartesio lo accusarono di aver adottato un sillogismo in cui manca la premessa maggiore, e cioè di aver utilizzato la logica aristotelica da cui voleva staccarsi. L'espressione completa del cogito dovrebbe essere pertanto:
1. premessa maggiore: "tutto ciò che pensa esiste";
2. premessa minore: "io penso";
3. conclusione: "dunque, io esisto".
Esso dipenderebbe così da un'altra premessa non sottoposta al dubbio né dimostrata, e non corrisponderebbe invece a una conoscenza certa su cui si fonda il resto.
Cartesio risponde alle accuse dichiarando che cogito, ergo sum è un'intuizione immediata, per cui la propria esistenza è percepita come evidenza certa e inconfutabile, e "pensare" ed "essere" sono due momenti di un'unica esperienza intuitiva.
IL SOGGETTO COME ESSERE PENSANTE
Riassunto:
Cartesio:
- ritiene che occorra individuare un metodo rigoroso di conoscenza, il quale deve prendere a modello il rigore e la chiarezza del metodo matematico
- elabora le quattro regole del metodo:
- evidenza: solo le idee chiare e distinte sono da considerare vere;
- analisi: occorre scomporre i problemi nelle loro parti elementari;
- sintesi: bisogna passare gradualmente alle conoscenze semplici a quelle complesse;
- enumerazione: è necessaria una revisione generale di tutte le fasi precedenti del processo conoscitivo.
- ricerca un fondamento certo del sapere attraverso il dubbio metodico, la cui estensione è il dubbio universale (iperbolico), in base al quale si giunge a dubitare di ogni cosa 🡺 ipotesi del genio maligno ingannatore
- sostiene che l'unica certezza è rappresentata dal cogito, cioè l'intuizione immediata del proprio esistere come soggetto pensante 🡺 cogito, ergo sum
Spiegazione del "Discorso sul metodo" e le
4 regole del pensiero di Cartesio
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