Condorcet e la concezione del progresso indefinito
(Pag. 400- 402)
Jean-Antoine-Nicolas
Caritat, marchese di Condorcet, formula per la prima volta il concetto
di progresso. Secondo lui lo spirito umano tende a un continuo e
indefinito perfezionamento e le condizioni della società sono destinate a
migliorare dal punto di vista sia materiale sia morale. Per quanto
indefinito, il progresso è tuttavia condizionato dalla condotta degli
uomini e dunque non è inevitabile. Secondo Condorcet, il cammino
dell'umanità non solo è in grado di superare gli inevitabili periodi di
decadenza e di crisi della storia, ma è anche da considerarsi senza
fine. Lo spirito umano infatti è capace di sempre maggiore
perfettibilità, in quanto mai nessuno potrà fissarne i limiti. Il
progresso spirituale condurrà quindi l'uomo alla massima felicità
possibile. Questo tono ottimistico, è certamente determinato dalla
riflessione sugli esiti positivi della rivoluzione americana e di quella
francese. Condorcet tuttavia non dimentica certo di sottolineare che
tante nazioni e tanti popoli vivono ancora immersi nelle tenebre dei
pregiudizi, dell'ignoranza e della schiavitù e che il cammino
dell'umanità non è lineare né privo di rischi. Per questo egli
attribuisce alla politica i seguenti tre obiettivi: l'eliminazione delle
disuguaglianze tra le nazioni, il conseguimento dell'uguaglianza
all'interno di uno stesso popolo e il reale perfezionamento dell'uomo,
consistente nella sua liberazione dal potere tirannico e
nell'acquisizione di una piena responsabilità morale. Lui
infine, si spinge a ipotizzare un mondo senza guerre, grazie
all'abbandono da parte delle potenze europee della politica coloniale e
alla realizzazione di una più equa distribuzione della ricchezza tra gli
uomini.
Commenti
Posta un commento